Via Rizzi (Roda de Vael, diretta parete EST)

I Rifugi del Catinaccio

Rifugio proponente:
Rifugio Roda di Vael
Caratteristiche del percorso:


5.15 ore
-
380 m
2806 m
Descrizione

Via aperta da G. Rizzi, R. Finker, F. Pederiva, il 13 agosto 1947.

Itinerario tuttora meno noto di quello che meriterebbe, negli ultimi 15 anni è stata scoperta dagli alpinisti ed è diventata una vera classica.

È una delle più belle salite di media difficoltà del gruppo, su roccia prevalentemente molto buona, nettamente migliore di quella che si trova sulla più famosa “Parete Rossa” (OVEST).

Dopo il tiro difficile la parete è percorribile in più punti, per cui si riporta il percorso normalmente seguito ed attrezzato (chiodi spesso rossi alle soste); vi è comunque la possibilità di seguire varianti, secondo l’estro personale. Via raccomandata.

Difficoltà: D+ (4° con un tiro di 5° sostenuto, raramente meno).

Tempi: all’attacco dal rif. 30 min; salita in ore 3,30-4,00; ritorno al rif. in 45 min.

Materiale: se non si seguono varianti, la via è attrezzata; utili (non indispensabili) i friend sul diedro di 5°; sufficienti 6 rinvii, max 8.

Relazione: dal rifugio Roda di Vael (m 2283) percorrere il sentiero n. 541 per il passo delle Cigolade, fino ad oltrepassare la verticale della vetta; per erbe e ghiaie all’attacco. L’ultimo brutto tiro è evitabile a destra.

Variante di aggiramento del diedro: se il difficile diedro del 3° tiro intimorisce chi è vocato per il 4°, si consiglia di aggirare il pur bellissimo diedro sulla sinistra, raccordandosi alla “Schroffenegger” ed ottenendo una via omogenea di 4°.

Discesa: raggiunta per prati la cima, seguire il sentiero della via ferrata sul versante Sud. Giunti alla grande forcella che separa dal Croz di S. Giuliana, continuare a scendere sul sentiero marcato verso Est sino a raggiungere il rif. Roda di Vael (1 ora).

In alternativa dalla grande forcella si continua a seguire la ferrata che rimonta sino alla base della torre Finestra e conduce con sentiero ad un bivio fra il sentiero che conduce alla ferrata Masarè (destra) o che a sinistra rientra al rifugio sfruttando una serie di canalini attrezzati in discesa e poi per sentiero (stesso tempo).

 




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